Vai al contenuto

Alcuni scienziati sono scesi nelle profondità dell’Atlantico e hanno trovato l’oro: 30 nuove e stranissime specie

Negli abissi gelidi e dimenticati dell’Atlantico meridionale, un team internazionale di scienziati è riuscito a ottenere un risultato inaspettato: confermare l’esistenza di trenta specie marine completamente nuove per la scienza. Tra queste spicca una creatura che sfida ciò che sappiamo della vita negli abissi oceanici: una spugna sferica ricoperta di uncini, in grado di catturare le sue prede con un’efficienza così schiacciante che lo stesso team l’ha battezzata “palla della morte”.

Una spugna “predatrice” scoperta nelle profondità oceaniche: una delle specie più strane mai osservate

Con questo tipo di notizie, la scienza ci riporta con i piedi per terra, perché anche se popoliamo questo pianeta da molti anni, ci sono ancora cose che non conosciamo. Un esempio sono queste nuove specie che ci dimostrano che nelle profondità dell’oceano si nasconde un grande mistero per gli esseri umani e che il nostro pianeta è ancora in grado di sorprenderci.

La maggior parte delle spugne marine sono considerate “pacifiche”, poiché si nutrono per filtrazione e non causano alcun danno. Ma la Chondrocladia sp. nov, trovata a più di tre chilometri sotto la superficie vicino all’isola di Montagu, utilizza microganci che agiscono come una sorta di “velcro mortale” su granchi e altri invertebrati, che assorbe lentamente.

Visivamente, questa è una spugna che sorprende molto, poiché è di colore bianco e con appendici terminate da piccole sfere. In questo modo, è riuscita ad attirare l’attenzione degli specialisti che l’hanno descritta come uno degli animali più strani di tutta la spedizione.

Questo è qualcosa che rompe con l’idea che abbiamo tutti in mente di una spugna tradizionale, che si nutre semplicemente di particelle e detriti presenti nell’acqua stessa. Ma questa nuova specie sceglie di nutrirsi di altri esseri viventi e soprattutto di quelli che si trovano al di sopra della catena alimentare, come sottolineano i ricercatori dello studio.

Al momento, accedere al fondo marino è una vera sfida per gli esseri umani. Uno dei grandi ostacoli è l’elevata pressione che si trova in quell’ambiente, che diventa davvero ostile. Ma grazie ai progressi tecnologici, l’obiettivo è stato raggiunto. Questa ricerca in particolare ha utilizzato un robot sottomarino chiamato SuBastian e telecamere ad alta definizione.

Scoperte eccezionali negli abissi: nuove specie, sorgenti vulcaniche e il primo giovane calamaro colossale

Il risultato della spedizione sono state migliaia di ore di video e circa 2.000 esemplari tra le immagini che hanno dovuto essere analizzate. Ma le specie non sono state la cosa più notevole di questa ricerca, poiché sono state scoperte anche nuove sorgenti idrotermali, giardini di coralli con strutture vulcaniche ed è stato possibile registrare per la prima volta un calamaro colossale giovane. ​

È un dato di fatto che sul fondo marino esistono molte specie davvero strane, tra cui quelle battezzate “palle della morte”, ma che non erano le uniche in questa rarità. Altre specie che hanno sorpreso i ricercatori sono state le seguenti:

  • Vermi zombie (Osedax sp.), in grado di nutrirsi esclusivamente del tessuto osseo di balene e grandi vertebrati. ​​
  • Molluschi rari, bivalvi e coralli neri adattati ad ambienti idrotermali e vulcanici.​

Verificare che queste scoperte siano vere non è facile. In questo caso, le scoperte sono state fatte lo scorso agosto all’Università di Magallanes in Cile, dove specialisti di otto paesi hanno applicato tecniche di identificazione accelerata: dall’imaging in situ al confronto genetico, in un processo che mira a ridurre gli anni di attesa per catalogare nuove specie.

Condividi