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Questo Paese sta testando il più grande generatore di energia eolica al mondo, che consente di risparmiare il 95% del terreno e può fornire energia a 10.000 abitazioni

La Cina ha completato con successo i voli di prova del più grande aquilone generatore di energia elettrica al mondo, un sistema pionieristico che sfrutta i venti ad alta quota per produrre energia. L’aquilone, di 5.000 metri quadrati, è stato dispiegato e raccolto completamente in volo, in una manovra che conferma il potenziale tecnico dei sistemi di energia eolica ad alta quota con base terrestre.

Un passo fondamentale nella corsa alle energie pulite

La prova è stata effettuata nella regione autonoma della Mongolia Interna, ad Alxa Left Banner, nell’ambito di un programma nazionale di ricerca e sviluppo promosso dal governo cinese. Il sistema è stato sviluppato dalla China Energy Engineering Corporation, con il sostegno del Ministero della Scienza e della Tecnologia, nell’ambito degli sforzi strategici del Paese per diversificare il proprio mix energetico e ridurre la dipendenza dal carbone.

Durante la prova, un pallone ad elio ha sollevato la struttura fino a 300 metri dal suolo. Lì, l’aquilone si è dispiegato e ha iniziato a tirare alcuni cavi collegati a un generatore installato sulla terraferma, trasformando direttamente la forza del vento in elettricità. La novità più innovativa: non necessita di torre né pale, il che semplifica la logistica e riduce l’impatto ambientale dell’installazione.

Come funziona l’energia eolica ad alta quota

A differenza dei tradizionali generatori eolici, i sistemi a mongolfiera sfruttano i venti più intensi e stabili che circolano a diverse centinaia di metri dal suolo. Ciò consente una produzione più costante ed efficiente.

Esistono due approcci principali a livello mondiale:

  • Sistemi aerei, con turbine su droni o aeromobili.
  • Sistemi terrestri, come quello cinese, in cui il volo dell’aquilone attiva generatori a terra.

In questo caso, il team ha anche testato versioni più piccole, di 1.200 m², per convalidare il comportamento in diverse condizioni. Tutte hanno superato con successo le fasi di dispiegamento, funzionamento e raccolta.

Vantaggi reali e cifre di impatto

I dati che emergono da questo progetto sono rivelatori. Questo tipo di tecnologia consente di:

  • Risparmiare fino al 95% del suolo necessario rispetto a un parco eolico tradizionale.
  • Ridurre l’uso di acciaio del 90%, eliminando le torri.
  • Diminuire il costo della produzione di energia elettrica di circa il 30%, grazie a un’infrastruttura più leggera.

Un sistema da 10 megawatt potrebbe generare circa 20 milioni di kilowattora all’anno, sufficienti per rifornire circa 10.000 abitazioni.

Inoltre, poiché richiede meno materiali e spazio, si riducono anche le emissioni associate alla costruzione. E operando ad altezze dove il vento è più costante, il sistema migliora la stabilità della rete elettrica, un fattore chiave nella transizione energetica.

Progressi con uno sguardo a medio termine

Secondo Huo Shaolei, esperto senior del gruppo di consulenza China Power Engineering, nei prossimi mesi saranno effettuati test di volo con più aquiloni, con l’obiettivo di avviare prove di generazione continua entro la fine del prossimo anno.

Questo tipo di tecnologia si adatta bene alle zone con venti forti e scarsa infrastruttura elettrica, come deserti, altipiani o persino piattaforme marittime galleggianti. Offre inoltre vantaggi ai paesi che devono affrontare limitazioni di spazio o pressioni sociali per l’uso del suolo.

Potenziale

Il gigantesco aquilone cinese non è solo una curiosità tecnologica: apre una strada promettente per ampliare l’accesso alle energie rinnovabili senza la necessità di grandi opere o risorse intensive.

In uno scenario di crisi climatica, tecnologie come questa possono:

  • Portare elettricità pulita alle comunità isolate, senza costruire costose reti elettriche.
  • Integrare altre fonti rinnovabili, fornendo energia stabile nelle ore in cui il sole non splende.
  • Ridurre la pressione sugli ecosistemi fragili, evitando grandi infrastrutture fisiche.

Inoltre, la sua scalabilità e il suo basso impatto lo rendono integrabile in progetti di sviluppo sostenibile su larga scala. Se i risultati della Cina saranno replicati con successo, potremmo trovarci di fronte a uno strumento chiave nella transizione energetica globale.

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