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SpaceX ci porterà sulla Luna con questa tecnologia: vogliono accelerare il processo

L’innovazione e i progetti spaziali sembrano non avere mai fine. Da tempo ormai SpaceX, la società di Elon Musk, ha in serbo una serie di progetti che riguardano lo spazio e le stelle, tra cui spicca quello di riportare gli astronauti statunitensi sulla superficie lunare attraverso un nuovo modulo di atterraggio semplificato.

La città lunare di Elon Musk: come 30 lanci di Starship costruiranno una base lunare per la NASA

Il programma Artemis della NASA, il cui obiettivo è quello di stabilire una presenza umana permanente sul nostro satellite naturale più vicino, è uno dei più ambiziosi mai realizzati fino ad oggi. Tuttavia, come è già successo in passato con altri progetti, i costi aggiuntivi, i ritardi e i numerosi problemi tecnici hanno ostacolato il corretto svolgimento delle operazioni. Uno dei problemi maggiori è stato quello del modulo di atterraggio lunare. È qui che entra in gioco SpaceX.

Il piano originale dell’azienda di Elon Musk era quello di costruire un modulo di atterraggio basato sul suo famoso razzo Starship, ancora in fase sperimentale, per supportare la NASA con il programma Artemis. Più che un semplice modulo, il veicolo sarebbe stato un Starship completo, con profili aerodinamici e scudi termici. Il piano principale sarà quello di trasportare circa 100 tonnellate di materiali per iniziare la creazione di una base sostenibile e completa sulla Luna.

Affinché l’intera operazione possa essere portata a termine, sarà necessario molto più di un singolo modulo di atterraggio. Secondo quanto riportato dal media specializzato New Atlas, ciò implicherebbe da 15 a 30 lanci di Starship per agganciarsi al modulo nello spazio in un’orbita halo quasi rettilinea (NRHO). Sarà inoltre necessario trasferire 1200 tonnellate di combustibili criogenici volatili per l’atterraggio e per compensare le perdite per evaporazione del combustibile prima o durante la missione. Tutti i serbatoi devono essere riutilizzabili e dotati di un sistema di atterraggio a propulsione per il loro ritorno sulla Terra.

Tensioni nel rapporto NASA-SpaceX

Questa idea non è stata ben accolta dalla NASA, che ha dovuto affrontare pressioni politiche e contrattempi con il Sistema di Lancio Spaziale (SLS) e la navicella spaziale con equipaggio Orion. Un fattore particolarmente irritante è che il progetto SpaceX ha subito ritardi, con la dimostrazione del trasferimento di propellente criogenico in orbita rinviata al 2026.

Lo scorso ottobre, l’amministratore ad interim della NASA, Sean Duffy, ha richiesto una significativa accelerazione del programma del modulo di atterraggio, che prevedeva la partecipazione diretta di SpaceX, fino ad allora l’ultimo appaltatore insieme a Blue Origin. Ciò comportava la presentazione di piani rivisti all’agenzia statale prima del 29 ottobre. In risposta, SpaceX ha presentato un piano per un atterraggio più semplificato.

Una ristrutturazione dei piani iniziali del progetto

La semplificazione si basa su una riduzione della versione originale di Starship, che darà priorità alla velocità e alla sicurezza dell’equipaggio a scapito della capacità di carico totale. In questo modo dovranno rinunciare a parte dell’equipaggiamento della navicella, oltre a dover utilizzare serbatoi di rifornimento usa e getta ed eliminare componenti aerodinamici e scudi termici per risparmiare peso. Inoltre, l’incontro in orbita NRHO sarà abbandonato a favore di uno in orbita lunare bassa, che richiede meno energia ed è più sicuro in caso di interruzione della missione.

L’obiettivo di tutto ciò è quello di semplificare l’hardware e imporre traguardi per accelerare l’approvazione dei vari sistemi di bordo, nonché le modifiche alla Starship, che includono l’installazione di due nuove camere di equilibrio (ciascuna con un volume maggiore di quello del modulo lunare Apollo) e un sistema di discesa per portare gli astronauti sulla superficie invece di dover scendere una scala di 30 metri. “Starship rimane sia il modo più veloce per riportare gli esseri umani sulla superficie lunare, sia un elemento chiave per il programma Artemis, il cui obiettivo è stabilire una presenza permanente e sostenibile sulla Luna”, ha dichiarato la società in un comunicato.

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