Le ispirazioni mitologiche trasformate in gioielli dalla Maison Cartier dall’inizio del XX secolo dialogano con le antiche divinità del Palazzo Nuovo nei Musei Capitolini – Afrodite, Dioniso, Apollo ed Eracle, Zeus e Demetra – nell’ambito della mostra intitolata “Cartier e il mito nei Musei Capitolini”, visitabile fino al 15 marzo 2026 a a Roma.
Sulla collina del Campidoglio, nel Palazzo Nuovo —il Museo Capitolino originale, fondato nel dicembre 1733 da Clemente XII Corsini— sono esposte circa 200 creazioni della maison francese, per lo più appartenenti alla Collezione Heritage Cartier.
Questi sono esposti accanto ad antiche sculture in marmo della collezione del cardinale Alessandro Albani (il nucleo originario della collezione del museo Palazzo Nuovo) e una selezione di preziosi pezzi antichi provenienti dalla Soprintendenza Capitolina, da istituzioni italiane e internazionali e da collezioni private.
La mostra, curata dalla storica del gioiello Bianca Cappello, dall’archeologo Stéphane Verger e dal sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce, e promossa da Roma Capitale, dal Dipartimento della Cultura e dalla Soprintendenza Capitolina per i Beni Culturali, è organizzata in collaborazione con il marchio di gioielli Cartier e con il sostegno di ZŠtema Progetto Cultura.
La mostra è curata da Sylvain Roca, con un contributo speciale del maestro Dante Ferretti.
“Dalla metà del XIX secolo ad oggi – ha spiegato Bianca Cappello – Cartier ha tratto ispirazione dal repertorio estetico e simbolico dell’antica Grecia e di Roma, reinterpretandolo e trasformando motivi ancestrali in gioielli”.
“La mostra esplora come l’antichità classica abbia ispirato le sue creazioni più emblematiche, ricostruendo atmosfere culturali ed evocando l’evoluzione dell’iconografia legata alla Grecia e a Roma nel corso del XIX e XX secolo. Particolare attenzione è riservata al profondo legame tra Cartier e l’Italia, in particolare Roma. La mostra offre una prospettiva originale sull’uso del repertorio antico in gioielleria, dai pastiche dei grandi collezionisti e orafi del XIX secolo, come la famiglia Castellani a Roma, nello stile neoclassico delle ghirlande, alle opere successive ispirate a Jean Cocteau nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, fino alle creazioni attuali”, ha aggiunto.
“La mostra mette in evidenza l’uso del repertorio classico greco-romano nelle creazioni di Cartier e le trasformazioni della prima metà del XX secolo, quando si sviluppò una nuova concezione dell’antichità classica”, ha specificato Roca.
“La mostra consente diverse interpretazioni del rapporto tra gioielleria e scultura classica, che in un certo senso seguono lo stesso percorso”, ha sottolineato Claudio Parisi Presicce.
Una sezione della mostra è dedicata alle tecniche e ai processi di gioielleria, con riferimenti all’epoca romana e alle ispirazioni mitologiche che hanno alimentato l’immaginazione di Cartier dall’inizio del XX secolo.
Nella Sala di Afrodite, un intenso profumo di tuberosa pervade l’ambiente. Altre installazioni olfattive create dalla profumiera della maison, Mathilde Laurent, accolgono i visitatori anche nella Sala del Fauno Rosso.
“Un tempo, le persone si profumavano prima di vestirsi”, ha ricordato Verger.
“Anche qui, i profumi si ispirano ai miti: ad Afrodite, che rappresenta la grazia; a Efesto, la tenacia; alla Pantera, che simboleggia l’astuzia”, ha spiegato.
Negli anni ’70, Cartier ha iniziato a collezionare gioielli, oggetti e orologi. Nel corso del tempo, nel 1983 è stata costituita la Collezione Cartier. Oggi la collezione comprende circa 3500 pezzi, che coprono un arco temporale dal 1870 al 2000: 170 anni di stile Cartier.
Dalla sua inaugurazione nel 1989 al Petit Palais di Parigi, la mostra è stata protagonista di 44 esposizioni individuali in tutto il mondo.

