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Elon Musk e l’immagine che potrebbe cambiare il mondo: perché Starlink punta al controllo totale delle comunicazioni

La superiorità tecnologica di SpaceX e della sua rete di satelliti Starlink avanza a un ritmo esponenziale rispetto a tutti i suoi concorrenti. L’obiettivo è quello di dominare completamente le comunicazioni globali con una costellazione di 42.000 satelliti e una capacità di trasmissione di 200.000 miliardi di bit al secondo. L’immagine che accompagna questo articolo sta già cambiando il mondo. Mostra decine di satelliti Starlink prima del loro dispiegamento, a bordo di una navicella SpaceX, a poche centinaia di chilometri dalla Terra. SpaceX, così come Tesla, il social network X e l’azienda di intelligenza artificiale xAI, appartiene a Elon Musk, l’uomo più ricco del pianeta e pioniere della rivoluzione dei veicoli elettrici. Ma la vera rivoluzione di Musk va ben oltre le automobili. Per la prima volta nella storia, nove delle dieci persone più ricche del mondo operano nello stesso settore: le tecnologie legate a Internet e all’intelligenza artificiale. Solo Bernard Arnault, di LVMH, rappresenta un altro settore: il lusso.

Il nuovo potere del XXI secolo

Mai prima d’ora la vetta della ricchezza globale era stata così concentrata in un unico settore. Nemmeno all’inizio del XX secolo, quando i “baroni ladri” del capitalismo americano —Rockefeller nel petrolio, Astor nel settore immobiliare e Carnegie nell’acciaio — dominavano i loro mercati senza interferenze antitrust. Né durante la bolla Internet del 1999, quando accanto a Bill Gates figuravano investitori come Warren Buffett o gli eredi delle catene di negozi al dettaglio.

Oggi la rete e le sue applicazioni esercitano un dominio finanziario senza precedenti, paragonabile solo all’impatto delle prime linee ferroviarie del XIX secolo. E anche se alcuni mettono in guardia da una nuova bolla, l’errore dell’Europa, ancora una volta, è quello di guardare al presente senza estrapolarne il futuro.

Se nel XX secolo un solo uomo avesse cercato di controllare tutte le strade, i porti e le ferrovie del pianeta, il mondo avrebbe reagito. Oggi, invece, i “beni” più preziosi sono i dati, e Musk sta per raggiungere quel punto in cui il suo vantaggio tecnologico nei servizi satellitari diventa quasi impossibile da sfidare.

Un monopolio globale dello spazio?

Dopo i recenti progressi, sorge una domanda urgente: il mondo può accettare che un solo imprenditore – e un solo paese, gli Stati Uniti – controlli l’infrastruttura che sostiene Internet, la telefonia, i dati e il traffico di intelligenza artificiale globale? Tanto più quando quell’imprenditore ha mostrato simpatie per partiti e figure di estrema destra ed euroscettiche in Europa.

I dati parlano chiaro. Nel 2025, gli Stati Uniti hanno battuto il loro record storico con 154 lanci spaziali, contro i 69 della Cina, i 13 della Russia e solo i 5 dell’Agenzia Spaziale Europea. Ma la vera differenza sta nel peso del carico messo in orbita: i razzi statunitensi hanno posizionato 2.293 tonnellate di satelliti, quasi il 90% del totale mondiale. Per la maggior parte, satelliti Starlink.

Il business del secolo

Starlink, filiale di SpaceX, è nata nel 2015 con una promessa ambiziosa: “ricostruire Internet dallo spazio”. Oggi l’azienda di Musk, valutata circa 400 miliardi di dollari, sta per lanciare 42.000 satelliti per coprire l’intero pianeta con Internet ad alta velocità. Il suo obiettivo: sostituire le infrastrutture terrestri di cavi e antenne con una rete orbitale in grado di trasmettere dati a 200 miliardi di bit al secondo, a un costo molto inferiore.

E la visione va oltre. Musk ha annunciato che i satelliti di nuova generazione incorporeranno capacità di cloud computing in orbita: veri e propri centri dati spaziali che elaboreranno informazioni per sistemi di intelligenza artificiale, riducendo l’impatto ambientale dei data center terrestri. Ogni unità peserà circa due tonnellate e dispiegherà sette metri di pannelli solari.

Attualmente, Starlink domina già il mercato con 8.889 satelliti attivi, contro i 654 di OneWeb (Eutelsat) o i 153 del progetto Kuiper di Jeff Bezos. Nessun altro concorrente si avvicina alla sua portata.

Il salto tecnologico chiave di SpaceX è stato quello di recuperare i razzi dopo il lancio, riducendo i costi di accesso allo spazio da migliaia a poche centinaia di dollari al chilo. L’azienda sta ora testando il suo nuovo super lanciatore Starship, in grado di posizionare centinaia di satelliti in una sola missione. Questa capacità moltiplicherà la costellazione di Musk nel giro di pochi anni.

Potere senza precedenti

In breve tempo, Musk potrebbe separare Starlink da SpaceX e quotarla a Wall Street, creando un’azienda con un monopolio mondiale delle comunicazioni. Il suo valore potrebbe superare quello di Nvidia, oggi leader mondiale per capitalizzazione di borsa (4,57 trilioni di dollari). Musk diventerebbe non solo il primo “trillionario”, ma anche un attore con potere diretto sui flussi di dati e comunicazioni di quasi sette miliardi di persone.

Dipendente dal governo statunitense per le licenze e le basi di lancio, il suo potere rafforza anche l’influenza di Washington. Musk non potrebbe operare senza gli Stati Uniti, ma nemmeno gli Stati Uniti potrebbero proiettare la loro forza spaziale senza di lui. Non è un caso che abbia ripreso i contatti con Donald Trump.

La conclusione è inquietante: le attuali regole in materia di concorrenza, privacy e telecomunicazioni sembrano obsolete di fronte a questa nuova realtà tecnologica. Se oggi l’Europa teme un blackout di Google o Microsoft, immaginate un mondo senza Starlink. Se questo scenario non serve a svegliarci, forse è già troppo tardi.

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