Nell’universo del Feng Shui, ogni elemento della casa svolge una funzione energetica. E negli ultimi mesi, un’usanza millenaria è tornata alla ribalta: mettere rametti di cannella sulla porta d’ingresso. Oltre al suo aroma caldo e confortante, questa spezia è considerata un simbolo di protezione, abbondanza e amore. Secondo la filosofia orientale, la porta d’ingresso è il punto attraverso cui entra l’energia vitale (Chi), sia positiva che negativa. Pertanto, mantenerla pulita, ordinata ed energeticamente equilibrata è essenziale per attirare il benessere. In questo contesto, la cannella agisce come una calamita di prosperità, in grado di neutralizzare le vibrazioni dense e aprire il flusso del denaro e della buona fortuna.
I benefici di mettere rami di cannella sulla porta d’ingresso

- Attira la prosperità: il suo aroma dolce simboleggia l’abbondanza e il flusso costante di opportunità.
- Attiva l’energia del fuoco: nel Feng Shui, questo elemento stimola la passione, la motivazione e il successo.
- Protegge la casa: si ritiene che le sue proprietà aromatiche allontanino le cattive intenzioni e purifichino l’energia di chi entra.
Come eseguire il rituale di abbondanza, protezione e armonia con la cannella in stecca

Per sfruttarne i benefici, si consiglia di posizionare tre stecche di cannella legate con un nastro rosso (simbolo di protezione e fortuna) all’interno della porta principale. È anche possibile preparare un piccolo incenso con cannella in polvere o in stecca, ripetendo un’affermazione positiva come:
Alcuni maestri di Feng Shui consigliano di eseguire questo rituale all’inizio di ogni mese o in momenti di cambiamento, ad esempio quando si avvia un nuovo progetto o si cambia casa, per potenziarne gli effetti.
Al di là delle credenze, questa pratica invita a connettersi con l’intenzione di aprire la porta a nuove opportunità, lasciarsi alle spalle il negativo e creare un ambiente più armonioso.
Un piccolo dettaglio che può fare la differenza tra una casa più profumata e una casa piena di energia positiva.
