L’inverno si avvicina e in queste settimane di novembre le temperature iniziano a calare sensibilmente in molte regioni italiane. Quando si coltivano piante, la differenza tra vivere in una zona mite e una più fredda è enorme. Chi abita, per esempio, a Palermo o lungo la Riviera Ligure raramente dovrà preoccuparsi di proteggere un delicato coleo (Coleus scutellarioides) da una notte gelida: il clima è temperato, con minime che raramente scendono sotto lo zero. Situazione ben diversa per chi vive a Bolzano, in Valle d’Aosta o nelle zone interne dell’Appennino, dove un’unica notte molto fredda può congelare irrimediabilmente i tessuti delle piante più sensibili, danneggiandoli come un vero e proprio “harakiri vegetale”.
Non affidarti alla fortuna: come preparare correttamente il giardino per l’inverno

Con queste forti oscillazioni climatiche, ogni appassionato di giardinaggio conosce bene i limiti del proprio territorio e impara a scegliere piante in grado di sopravvivere alle condizioni specifiche del luogo. Il dubbio su quali specie possano resistere all’inverno è una costante per molti giardinieri. Quante volte qualcuno avrà tentato, sperando nella fortuna, di verificare se una pianta “al limite” potesse sopravvivere all’aperto? L’esposizione del balcone o del giardino può fare la differenza: una posizione a sud o a ovest permette spesso a una pianta sensibile di superare l’inverno, mentre un’esposizione a nord può condannarla.
Per orientarsi meglio, anche in Italia si utilizza la suddivisione in zone di rusticità USDA, introdotta negli anni Sessanta dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Le zone sono 13 e sono definite in base alla temperatura minima media annuale. La zona 1 è la più fredda (meno di −51,1 °C), mentre la zona 13 è la più calda (oltre 18,3 °C). Questo sistema, adottato ormai in molti Paesi, aiuta a capire dove una pianta può crescere senza rischi.
Nel contesto italiano, il quadro è molto variegato:
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Gran parte della Pianura Padana, del centro-nord e delle aree montane rientra nelle zone USDA 6 e 7, dove le minime invernali arrivano tra −23,3 °C e −12,2 °C.
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Le regioni del Centro Italia e molte zone costiere appartengono alle zone 8 e 9, con minime tra −12,2 °C e −1,1 °C.
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Sicilia meridionale, Calabria ionica, alcune zone della Sardegna e tratti della Liguria costiera raggiungono le zone 10 e 11, con minime superiori a −1,1 °C.
A queste zone si abbina la rusticità di ogni specie. Ad esempio:
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una gardenia (Gardenia jasminoides) può vivere bene solo nelle zone 10 e 11, quindi nelle zone costiere più miti del Sud o della Liguria;
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un fico (Ficus carica) cresce senza problemi dalla zona 7 in su, quindi quasi ovunque tranne nelle aree alpine più fredde.
Molti siti e manuali di giardinaggio riportano oggi le zone USDA per ciascuna pianta, e online è possibile trovare lunghi elenchi divisi per specie. Le zone sono ulteriormente suddivise in sottozone, come 7a e 7b, che rendono la classificazione ancora più precisa.
Naturalmente, come ogni generalizzazione, anche questa ha dei limiti. La resistenza al freddo di una pianta dipende da numerosi fattori:
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un terreno argilloso, che trattiene più acqua, rende la pianta più vulnerabile al gelo rispetto a un terreno sabbioso;
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una pianta posta accanto a un muro esposto al sole, o riparata sotto un portico, può sopravvivere a temperature inferiori rispetto a quelle teoricamente compatibili con la sua zona USDA.
Un altro elemento importante è l’acclimatazione. È consigliabile acquistare nuove piante tra primavera ed estate, così da dar loro il tempo di adattarsi gradualmente al calo delle temperature autunnali. Questo può fare la differenza tra una pianta che supera l’inverno e una che perisce.
Per chi desidera lasciare all’aperto piante sensibili, esiste un alleato prezioso: le coperte termiche. Di colore bianco e realizzate in materiali porosi, si avvolgono completamente attorno alla pianta per proteggerla dal gelo. Nelle notti più fredde, o quando è prevista una “gelata nera”, è possibile usare più strati per migliorare l’isolamento.
Le settimane invernali possono essere rischiose per le piante provenienti da climi più caldi e coltivate all’esterno. Ma con le giuste precauzioni, molte di esse supereranno indenni la stagione fredda, pronte a rifiorire con l’arrivo della primavera.
