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Uno studio ventennale condotto in 7 paesi ha rivelato un modo semplice per sostenere la salute mentale

I ricercatori della Monash University (Australia) hanno dimostrato chiaramente che il contatto con la natura favorisce il benessere psichico. Uno studio durato due decenni ha dimostrato che la vicinanza di aree verdi riduce del 7% il rischio complessivo di ricovero ospedaliero per problemi di natura psichica. L’effetto è particolarmente forte nel caso dei disturbi legati all’uso di sostanze (9%), dei disturbi psicotici (7%) e della demenza (6%). Tuttavia, queste correlazioni variavano in modo piuttosto significativo a seconda del paese e del tipo di disturbo.

La natura come medicina: un ampio studio conferma i benefici delle aree verdi

Ad esempio, in Brasile, Cile e Thailandia è stato osservato un effetto protettivo coerente per la maggior parte dei disturbi, mentre in Australia e Canada il verde era associato a un rischio leggermente maggiore di disturbi mentali in generale e di alcuni tipi specifici.

I ricercatori ritengono che l’effetto protettivo dell’ambiente naturale sulla salute mentale aumenti con una maggiore esposizione al contatto con il verde, senza un punto di soglia evidente.

Nel frattempo, secondo le statistiche citate dal team, nel 2021 1,1 miliardi di persone nel mondo soffrivano di disturbi mentali, pari al 14% del carico globale di malattia e associati a costi economici e sociali significativi.

Sebbene il legame tra salute mentale e aree verdi fosse già stato descritto in precedenza, lo studio del team dell’Università di Monash è il più ampio mai condotto.

L’analisi ha riguardato i dati relativi a 11,4 milioni di ricoveri ospedalieri per disturbi mentali in 6.842 località, in sette paesi (Australia, Brasile, Canada, Cile, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Thailandia), nel periodo 2000-2019.

Il verde ha avuto un effetto particolarmente evidente nelle aree urbane, riferiscono i ricercatori. Nelle aree urbane sono stati osservati anche modelli stagionali che, come sottolineano gli autori, suggeriscono che il clima e le condizioni meteorologiche giocano un ruolo fondamentale nel modo in cui vengono utilizzati gli spazi verdi.

Un’ulteriore analisi condotta nelle città ha anche dimostrato che un aumento del 10% del livello di verde era associato a una diminuzione del numero di ricoveri ospedalieri per disturbi mentali, da circa 1 caso ogni 100.000 persone in Corea del Sud a circa 1.000 casi ogni 100.000 persone in Nuova Zelanda.

Lo studio era di natura osservazionale, quindi non è possibile trarre conclusioni definitive sul rapporto di causa-effetto. Gli autori ammettono anche che l’utilizzo di dati sui ricoveri ospedalieri provenienti da molti paesi comporta un certo grado di incertezza.

Sottolineano inoltre che i loro risultati riguardano solo i casi più gravi di disturbi che richiedono un trattamento ospedaliero e quindi non riflettono appieno l’intera gamma dei problemi di salute mentale.

I ricercatori sostengono tuttavia che un numero significativo di ricoveri ospedalieri per disturbi mentali potrebbe essere potenzialmente ridotto grazie a misure volte ad aumentare la quantità di aree verdi.

“I benefici per la salute mentale possono anche portare a più ampi effetti economici e sociali, tra cui una riduzione dei costi sanitari, un minore carico sui sistemi sanitari, una maggiore produttività sul posto di lavoro e un miglioramento del benessere della comunità”, sottolinea il prof. Yuming Guo, autore dell’articolo pubblicato sulla rivista “BMJ”.

“Le ricerche future dovrebbero concentrarsi sulla comprensione dell’impatto differenziato dei vari tipi di aree verdi, come parchi e foreste, sulla salute mentale e sulla valutazione della qualità e dell’accessibilità di tali aree”, aggiunge.

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